L’ho sentito dire spesso e non ci ho
mai creduto veramente.
Che un cambio di look servisse a voltare pagina, come la protagonista di “Sliding Doors” per esempio, che passa da un lungo e liscio castano ramato ad un caschetto biondo platino, ho sempre pensato fosse una cosa troppo semplice, non fattibile, non corrispondente a realtà.
Un tempo, anche io portavo lunghissimi
capelli lisci, uniformi, tutti uguali… ne andavo fiera e pensavo
che li avrei mantenuti così nel tempo finché avessi avuto respiro.
Allora credevo che le cose sarebbero andate nel verso e nella
direzione che IO avevo deciso e programmato.
Beh, invece le cose cambiano, eccome se cambiano (come direbbe la Ventura)!
Da impiegata dipendente a mamma disoccupata (e senza alcun preavviso, grrr! Approfondirò questo tema più avanti)… felicissima di essere mamma, un po’ meno di essere disoccupata; non che fare la mamma sia una passeggiata, ma decisi di dare un taglio alla mia lunga chioma. Per comodità forse? O forse inconsciamente per dare vita ad una nuova ME che andava lentamente delineandosi. Diciamo che li accorciai fin sulle spalle…
Qualche anno più tardi aprii la mia
attuale attività: il negozio dell’usato per bambini. Un altro
passo fondamentale nella mia vita: io diventavo il capo di me stessa,
con tutti i diritti ed i doveri che questo comportava.
Trascorse qualche mese ed anche i miei
capelli seguirono i miei cambiamenti, forse perché non mi sentivo
più la giovincella spensierata di un tempo, ma una giovane donna “in
carriera”.
Un bel taglio artistico piombato,
corto dietro e lungo davanti.
Successivamente, ancora più corti,
sbarazzini e leggeri, a testimoniare la mia voglia di vivere ancora e
in modo spensierato, la mia vita che tutto sommato oggi, a dispetto
delle tempeste del passato, ha finalmente preso una piega che amo:
casa, famiglia, lavoro… mia figlia, il mio TESORO. Giornate e ritmi
scanditi da orari, impegni, appuntamenti e 1000 cose da fare.
Ma se voglio staccare la spina,
mettere un punto e poi ripartire da “zero”, allora mi prendo un
paio d’ore di relax e corro dalla mia amica Laura di JLD. Lei mi
guarda, mi sorride e mi dice “cosa facciamo”? Anche se in realtà
ha già capito cosa voglio, quasi mi leggesse nel pensiero.
Quindi, non direi che per ogni grande
cambiamento di vita sia seguito un radicale cambio di look. Direi
piuttosto che mi è piaciuto cambiare il mio look, anche se di poco,
per affrontare con occhi e testa diversi ogni piccolo / grande
cambiamento di vita, quasi ad avere una nuova prospettiva sulle cose,
una nuova visione d’insieme che mi permettesse di vedere nuovi
spunti che magari fino ad allora non avevo considerato. Un taglio
nuovo, una meche, una sfumatura di colore… cambiare capelli come
cambiare testa. Se fosse così facile lo consiglierei a tanta gente!
Per ora mi limito a farlo nella mia vita… ed ora vi lascio. Laura
mi richiama al lavatesta, vedremo quali colorate novità le sue
sapienti manine avranno messo in atto!
1 commento:
Si può cambiare look anche per intonarsi ad un certo tipo di contesto familiare che si presta a rendere possibile l'esercizo delle funzioni in una storia nuova dove cercarsi attraverso le cose della vita, come sempre. Con la differenza che il look, anche se ci tieni alla linea, tende a essere meno ricercato perché trovi il sostegno che manca nelle forze economiche, tue, che sono commisurate al progetto all'interno si manifestano una gamma di sentimenti affettuosi o amorosi che possono essere anche neutralizzati, per quanto la storia ne risenta. Minore è il patrimonio mobiliare che gestisci e maggiore sarà la mitezza e la mansuetudine che danno forma ad una visone artigiana della vita che può diventare il motivo di una ripartenza, tanto è vero che il recupero dell'ideale estetico, che rende possibile il progresso nel mondo industrializzato, va a infastidire chi dall'altra parte deve assumere una forma più pregiata. ma questo fa parte della vita che dicebo, fin quì. Il resto richiede la casa perché nel tuo piccolo sei pur sempre motivo di preoccupazione. Uno deve dire così, tanto più se trova la liberazione estetica in una linea garbata e affabile, che non implica la diplomazia, al solito, no: è molto più dura. Per preparare l'aria del colloquio atto a garantire un po' di santa pace, che io, attualmente, penso solo a quello per affrontare lo stupore dell'inatteso che si aspetta e, al solito, non è mai semplice. Ma così.
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