Persone che ti dicono quello che devi
fare, persone che dicono di ascoltarti (te e le tue esigenze), mentre
in realtà hanno già deciso cosa fare anche senza aver ascoltato la
tua opinione.
Persone che ti chiedono, che esigono,
pretendono, elargiscono consigli non richiesti, insegnano, predicano,
persone che tentano di importi idee, pensieri, stili di vita,
strategie aziendali, religioni, tecniche per avere / allevare figli,
dimagrire, guadagnare… tutto senza minimamente fermarsi un attimo a
riflettere e chiedersi: chi è la persona che ho davanti? Questa
persona ha qualcosa da dire? Potrebbe arricchire a sua volta il mio
background con i suoi di pensieri? Con le sue idee, le sue opinioni,
in tre parole: il suo PUNTO DI VISTA?
Dall’altra parte, chi è succube di
questa sorta di dittatorialità psicologica, annaspa, come un tizio
che non sa nuotare e si è spinto troppo oltre la riva. Tenta di
controbattere, di dire la sua, di riemergere, di farsi spazio e
strada, di far udire la propria voce e di non soccombere. In una
parola: di REAGIRE.
Eppure è difficile, e lo dico per
esperienza. Far sentire la propria voce in un oceano di caos,
indifferenza e maestri del “so tutto i, fai così che lo dico io”,
è un’impresa titanica.
E io sono per la reazione. Lo sono
sempre stata.
Sono per il non stare zitti, per far
valere le proprie idee, per non lasciare cadere nel vuoto la propria
prospettiva. Insomma, prima di cedere, bisogna sbatterci il grugno!
Ma poi arriva un momento, sarà l’età
che avanza (!), in cui il fuoco che prima ardeva in noi e che
esplodeva come una bomba ad ogni contraddizione, si affievolisce un
poco.
E alla “reazione uguale e
contraria”, si passa ad una discussione di tipo più diplomatico e
pacato (per quanto possibile).
Arriva poi il punto a cui sono
arrivata io. E non sono un’esperta in materia perché ci sono
arrivata anche io da poco.
Il valore inestimabile del silenzio.
Sì, del SILENZIO.
Perché sprecare tempo, voce ed
energie con chi non lo merita?
Hai un’opinione diversa dalla mia?
Ok, non la condivido, ma lascio che tu la esprima.
E’ il mio turno? Non importa, starò
zitta. In silenzio.
Perché so come la penso e come invece
non vorrò pensarla. Tengo i miei pensieri per me e li esterno solo a
coloro veramente interessati ad ascoltarli.
Il silenzio è un grandissimo VALORE.
Non è solo sinonimo di discrezione e
di timidezza come si poteva pensare un tempo. Ma è anche sintomo di
grande calma interiore, di riflessività, di apertura mentale.
In definitiva: VIVI E LASCIA VIVERE!
Perché chi hai di fronte sarà più
interessato a sapere cosa pensi vedendoti in silenzio, piuttosto che
sentirsi urlare in faccia la tua idea. Apprezzerà la tua calma, a
discapito dell’irruenza e prediligerà la tua indole ad ascoltare,
prima di voler imporre il tuo punto di vista.
Resta in silenzio. Ascolta.
Se ne vale la pena, controbatti.
Altrimenti continua a stare in
silenzio.
Come diceva il buon vecchio Oscar
Wilde:
“A volte è meglio tacere e sembrare
di essere stupidi, piuttosto che aprire bocca e togliere ogni
dubbio”.
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