Scrivimi, confrontiamoci, parliamone!

Nome

Email *

Messaggio *

Perchè ci teniamo a dire la nostra? - Cosa si cela dietro una recensione

 

Perchè sentiamo la necessità e l'impulso di dire la nostra?

Cosa si cela davvero dietro una recensione?

Vi racconto cosa ne penso io...

Io credo che sentiamo la necessità di dare un giudizio, di informare i nostri simili e di condividere le nostre emozioni allorchè si verifichi una delle 3 situazioni che ora vado a descrivere:

1. siamo talmente soddisfatti, appagati, entusiasti e paghi di ciò che abbiamo provato (sia esso un ristorante, un libro, un articolo di qualsiasi genere) che renderlo noto è come dire al mondo: io l'ho provato, provalo anche tu! E vedrai che anche tu ne sarai felice. Un po' come voler condividere la propria gioia... 

2. siamo talmente delusi, amareggiati, insoddisfatti e scontenti di ciò che abbiamo provato che dirlo al mondo è un nostro preciso dovere! Ci facciamo paladini e portatori di verità intimando al nostro prossimo di non commettere lo stesso errore. 

3. siamo semplicemente persone che amano scrivere, per le quali ogni spunto è buono per scrivere, per mettere nero su bianco emozioni, sensazioni, punti di vista e opinioni.

Io mi ritrovo nella casistica numero 3! Per chi non se ne fosse accorto!

Io scrivo, scrivo di tutto e di ogni cosa... Sono una Google Guide e recensisco i posti che visito. Recensisco i prodotti che acquisto su Amazon, quando mi capita di acquistarne. Recensisco libri sul mio bookstagram come @raffy.bordo.book.

Insomma, scrivere e dare al mondo la mia opinione, la mia visione delle cose, il mio modo di interpretarle, di viverle e di "utilizzarle", trovo sia un grande privilegio.

Qualcuno leggerà ciò che scrivo? Forse.

Qualcuno lo apprezzerà o lo troverà banale, inutile, scontato? Probabile.

Ma quello che conta è che, in un caso o nell'altro, lo avrà comunque letto. Forse gli sarà stato utile, magari dopo la mia recensione sarà stato in grado di fare una scelta con maggior consapevolezza... o magari avrà pensato: ci voglio provare anche io!

Scrivere una recensione è un atto di disponibilità, ma anche di grande responsabilità. Perchè il potere delle parole, antico, magico e immortale, può innalzare un luogo, un prodotto, un libro a livelli elevatissimi... o può farlo sprofondare negli abissi più tenebrosi senza possibilità di risalita.

Quindi il mio consiglio è: dai la tua opinione. Ma fallo sempre con educazione, rispetto e coscienza.

Se pensi di non poterlo fare, allora lascia stare. E vivaddio evita le recensioni mute a 1 stella!

Per te è solo un tap sullo smartphone, ma senza spiegazione nè motivazione alcuna, per chi sta dall'altra parte, è solo uno smacco incomprensibile!

Se ti rende felice, fallo! O no...?

"Se ti rende felice, fallo!".

Sei d'accordo con questa affermazione?

O credi sia piuttosto un alibi per permettere a noi stessi di non fare i conti con la nostra coscienza?

Mi spiego: se dico a me stesso "dai fallo, così sarai felice", chi se ne importa se per soddisfare la mia felicità, per raggiungere i miei obiettivi, mi toccherà calpestare altre persone, i LORO obiettivi, i loro sentimenti...?

In realtà credo che il confine sia molto sottile, sottilissimo. Quasi impercettibile.

Se poniamo attenzione ai sentimenti altrui, alle esigenze delle persone, ai loro bisogni, finiamo molto spesso per mettere in secondo piano i nostri. Finiamo con lo sminuire ciò che ci renderebbe felici, per dare spazio, tempo e importanza a ciò che invece desiderano gli altri.

Questo fa di noi persone empatiche, "misericordiose", premurose... o piuttosto ci rende dei martiri?

Possiamo realmente dire a noi stessi: metto in primo piano la mia felicità a costo di far male agli altri?

Io credo che la nostra coscienza ce lo impedisca. Credo che anche solo per il fatto che ci stiamo ponendo il quesito, già solo per quello dimostriamo di avere una sensibilità maggiore di quella che vorremmo far credere, persino a noi stessi. Probabilmente non ce la faremmo. 

In verità io credo che la felicità sia raggiungibile e che possa essere completa solo quando siamo certi di averla raggiunta in modo "onesto", senza aver deliberatamente calpestato qualcuno per ottenerla.

Non crediamo noi forse che la verità ci renda liberi? Che la felicità ci renda superiori rispetto alla mediocrità che vive in terra? Che essere realizzati ci renda in qualche modo immuni da sterili polemiche e da piagnistei inutili?

Io credo che nel momento in cui troviamo la nostra strada, o anche solo nel momento in cui decidiamo quale sia il nostro percorso, ecco che tutto ciò che è intorno a noi, che ci frena e ci limita, assume contorni indefiniti, quasi come se ignorarlo, lasciarcelo alle spalle, sia la cosa più giusta da fare, per raggiungere la felicità. 

Eppure, come dicevo prima, la felicità è una nostra responsabilità. E come tale va gestita con coscienza.

Vuoi fare una cosa perchè sai che ti renderà felice?

Falla!

Ma sarai altrettanto felice sapendo che per esserlo, avrai rovinato la felicità altrui?

E gli altri, si porrebbero la stessa domanda nei tuoi confronti? Se ti dicessi "NO" la tua opinione cambierebbe?