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Social Network: se e come hanno influenzato la nostra personalità


Da circa un decennio Facebook e altri social sono entrati i maniera preponderante nella nostra vita: dapprima per ritrovare amici persi nel corso del tempo, poi per riunire gruppi di persone con determinate caratteristiche comuni, gruppi di vendita, di beneficenza e chi più ne ha più ne metta. La potenza e la visibilità di un post su un social network rendono il mondo più piccolo e più raggiungibile. Il tutto standosene comodamente seduti in poltrona con un clic da pc o con una polliciata da smartphone.
Ma perché è diventato così importante rendere pubblico tutto ciò che facciamo? Quello che abbiamo nel piatto al ristorante, dove e con chi siamo a qualunque ora del giorno e della notte, i primi vagiti di nostro figlio, il nostro idolo durante un concerto… ciò che prima poteva essere impresso solo nella nostra mente, nei nostri ricordi e tutt’al più su fotografie che il tempo avrebbe scolorito, oggi possono vederlo migliaia di persone. E possono dirci se lo gradiscono. E in caso negativo, possono dirci perché. Possono “commentare” la nostra vita. E sono autorizzati da noi a farlo!
Allora, potremmo dividere chi bazzica i social in 4 grandi gruppi di persone. E dico “grandi” perché poi ogni gruppo avrebbe dei sottogruppi, ma parliamo in generale per facilità.
  • Gruppo 1. I Canguri o consumatori saltuari: sono coloro per i quali Facebook è un passatempo al quale non dedicano più tempo del necessario, lo consultano solo se veramente necessario (quindi per mettersi in contatto con qualcuno o per cercare uno specifico gruppo di utilizzo). La loro bacheca è semi ordinaria: un post ogni tanto per far sapere al mondo che esistono, ma nulla di eclatante. Per loro la vita va vissuta fuori (o semplicemente non lo sanno usare e non hanno tempo né voglia di impararlo).
  • Gruppo 2. I discreti osservatori o consumatori abituali: consultano Facebook quasi quotidianamente, magari non pubblicano un post al giorno, ma seguono i gruppi ai quali sono iscritti ed intervengono nei commenti. La loro bacheca è aggiornata.
  • Gruppo 3. I furbi come volpi ovvero “fate quello che dico ma non fate quello che faccio”. Loro hanno il potere assoluto di essere presenti in ogni post di chiunque, commentano l’impossibile, sia che ne abbiano conoscenza e cognizione di causa, sia non ne sappiano un’H dell’argomento trattato. Loro esistono e dicono la propria opinione, dispensano commenti pratici, esclamazioni di gradimento o di sgradimento e soprattutto (ahimè) consigli; segnalano post che magari in qualche modo violano le regole di un gruppo etc… Parallelamente la loro bacheca è “off limits”, non si sa nulla di loro, ne chi siano né da dove provengano; inoltre le raffinatissime leggi sulla privacy impongono al visitatore di girare i tacchi se non sei amico… e se non lo sei ti risulta persino difficile inviare una richiesta, loro non le accettano! Quindi loro tutto possono, ma se tu volessi non troveresti mai un appiglio sul loro profilo inviolabile!
  • Gruppo 4. Il peggiore… ebbene sì, sono loro. i “fancazzisti”, diciamo che vanno a braccetto con le volpi per quanto riguarda l’interesse per i fatti altrui ma al contrario delle volpi, la loro bacheca è una bancarella di post di ogni genere: giorno dopo giorno, ora dopo ora, potresti risalire a ciò che hanno fatto, detto, mangiato, negli ultimi giorni. Scrivono ogni singolo pensiero che passi loro per la testa… e se fossero perle di saggezza ben venga, ovviamente non è così… fotografano di tutto: cartelli stradali, il cibo nel piatto, le borse della spesa, la casa disordinata, oltre ovviamente a cose più salienti come il primo vagito/ruttino/passo/dente/parola/sorriso/… del proprio figlio, ogni secondo trascorso in vacanza. Insomma un vero e proprio reportage verbale e fotografico della propria vita.


    Vi viene d’istinto in mente qualcuno che faccia parte di uno o più di questi gruppi?
    A me sì…
Boom! A questo volevo arrivare!
E vi siete mai chiesti perché si comportino così? Perché condividano in maniera maniacale tutto ciò che accade nella loro vita?
Già solo la parola condividere, la dice lunga. “Offrire del proprio ad altri”.
Quindi tu pubblichi un post, uno status, un’immagine, un video, per farmelo vedere, per mostrarmelo, per rendere me partecipe di quello che tu in quel momento stai facendo, pensando, mangiando, etc… e perché lo fai? A quale scopo?
Più il tuo post sarà gradito, più saranno i like che riceverai.
Quindi lo fai per ricevere like, per essere gradito, per piacere, per essere apprezzato, ammirato o (se hai fatto particolarmente il fanfarone evidenziando il possesso di cose costose etc), addirittura invidiato.
Non lo fai per cercare consenso, ma lo fai esclusivamente per piacere.

Se chiedi loro perché lo fanno, ovviamente non lo ammetteranno mai. E credo sia normale. Credo si tratti di un meccanismo altamente inconscio.
Pensiamo a quando pubblichiamo la foto del nostro splendido figlio… o del meraviglioso luogo dove siamo in vacanza… o dello strepitoso regalo che il marito ci ha fatto per l’anniversario…

Lo facciamo perché tutti possano vedere con un’immagine (che vale più di mille parole) quanto noi abbiamo, quanto siamo fortunati, quanto in definitiva la nostra vita sia perfetta ed invidiabile.
In questo non ci sarebbe niente di male…
L’importante è non cadere poi nella trappola dell’opposto. Con una vita da vip spiattellata in rete, poi non puoi presentarti nel gruppo “Te lo regalo se vieni a prendertelo” mendicando le cose più dsparate, perché basta farsi un giro sul tuo profilo per vedere che passi ogni sacrosanto weekend al ristorante. Non puoi dispensare consigli a giovani mamme, quando sul tuo profilo non fai che scrivere che non vedi l’ora che ricomincino le scuole perché non sopporti più i tuoi figli… o ancora, non puoi pretendere di improvvisarti ginecologo / ostetrica / pediatra SE NON HAI FIGLI!

Io credo che ognuno abbia un suo ruolo nel mondo. Ed una sua propria collocazione. Quando queste collocazioni vengono valicate, avvengono delle invasioni di privacy, delle diffamazioni o delle vere e proprie violazioni.
Quindi, ognuno in rete è libero di comportarsi com meglio crede, secondo il proprio essere e secondo le proprie sensibilità. Ciò che mi auguro sempre e che credo sia la cosa migliore è che ognuno rimanga sempre sé stesso. Dentro e fuori dai social. Per trasmettere agli altri un’immagine di se stessi che sia sempre veritiera e non fittizia. Che sia sempre realmente lo specchio di ciò che pensiamo, vogliamo e facciamo. In una parola, di ciò che realmente SIAMO.

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