“CHE FINE HA FATTO LA GRAMMATICA
ITALIANA?”.
Ne danno il triste annuncio
quotidianamente milioni di persone, nell’epoca della
globalizzazione, dove le notizie rimbalzano da TV a web a smartphone
alla velocità di un batter di ciglia!
Passiamo minuti preziosi delle nostre
giornate a scrivere post, a condividere attimi di vita, a commentare
quella altrui. Ma allora, perché non farlo in modo corretto?
Sono lontani i tempi in cui l’unica
cosa complicata da imparare e che mi capitava di sentir sbagliare era
il tanto amato / odiato congiuntivo.
Oggi invece è tutto un pandemonio di
H dimenticate o di troppo, apostrofi fuori posto, parole inglesi
italianizzate o peggio, parole italiane disitalianizzate…
Qualche esempio?
Te l’ho presto… Vieni tu da me ho
io da te… Al mio bimbo do la giunta del latte… ho lasciato il
telefono in stenby… ok, tutto apposto!
In confronto a questi orrori, Dario
Argento è un dilettante!
Io credo che i padri fondatori della
nostra lingua si rivolterebbero nella tomba…
Ebbene, facciamoci due domande.
Cosa fa sì che questo avvenga? Quali
sono le motivazioni di tanta ignoranza? E, attenzione, ignoranza nel
senso più antico del termine, non in quello dispregiativo.
Sarei stata più propensa a credere
che i maggiori errori venissero commessi dagli attuali teen-ager,
vuoi per la dilagante superficialità che promuove tecnologia spiccia
a scapito della lettura, vuoi per il disinteresse generale che la
lettura crea intorno a sé (una cosa assai statica e “vecchia”
prendere in mano un buon libro).
Ed invece, ahimè, ho dovuto
ricredermi in toto e constatare, con mio grande disappunto, che la
generazione che non sa una cippa di grammatica italiana… è proprio
la mia! La mia generazione! Diciamo quella a cavallo tra gli anni 70
e 80. Che amara scoperta!
Ma allora non è colpa degli
smartphone, della superficialità o della tecnologia. Quando io
andavo a scuola non esistevano i cellulari, ricordo che le prime
mattonelle iniziarono ad arrivare quando ormai ero in quarta / quinta
superiore, ma non avevano di certo Facebook installato! Allora non
c’erano i post,non c’era whatsapp e non c’era messenger…
c’erano gli squilli, per far capire ad una persona che la stavi
pensando. C’era la Scuola, c’era lo Studio. Se non arrivava un
buon voto si stava a casa a studiare… e se il buon voto ancora non
arrivava, si stava a casa anche il sabato sera (sigh!).
Insomma, io non mi capacito di come
semplici regole che andrebbero apprese fin dalla scuola primaria, a
tutt’oggi non siano ancora marchiate a fuoco nella nostra mente! La
lingua italiana è una di quelle più difficili al mondo, è una
lingua antica, neolatina. Certo, qualunque straniero dopo 2 ore in
Italia sa già parlarlo bene, sa farsi capire diciamo. Ma quando dico
sapere l’italiano intendo conoscerne le regole, i tempi verbali,
avere a disposizione un lessico forbito e destreggiarsi con
ortografia anche tra quelli che sono gli errori più comuni.
Cari amici, saper parlare e saper
scrivere fa di noi persone migliori. Non solo perché riusciamo a
farci capire dai nostri interlocutori senza creare fastidiosi
fraintendimenti, ma perché l’arte del bel parlare arricchisce noi
stessi e chi ci ascolta.
Ho provato a rispondermi circa
l’origine di cotanta dilagante “sgrammatica” e mi son detta:
questa ignoranza c’è sempre stata. Le persone da sempre faticano a
studiare l’italiano. Solo che adesso, trovandosi a scrivere a rotta
di collo sul web ogni minuto di ogni giorno, sono venuti allo
scoperto!
E’ un po’ come per la celiachia io
credo… è un tipo di intolleranza sempre esistito probabilmente.
Solo che una volta non se ne parlava, oggi sembriamo tutti celiaci.
Questo perché? Perché se ne parla!
Una volta non ci si chiedeva se
vaccinare i propri figli fosse giusto o sbagliato o se ci fossero
controindicazioni di sorta. Lo si faceva e basta. Oggi perché ci
sono differenti correnti di pensiero? Perché se ne parla!
Vivaddio, il web ha portato una
ventata di informazioni e di conoscenze nelle nostre vite. Ben venga!
Il problema è che ci ha messi anche
tutti a nudo! Se vogliamo chiedere, condividere, informare, dobbiamo
esporci… e per farlo dobbiamo scrivere! Ed ecco che casca l’asino!
Se l’italiano non lo sapevi bene 15 anni fa… pazienza, nessuno lo
avrebbe scoperto, tranne forse se ti fossi messo a fare comizi in
piazza con un microfono. Ma ora che la tua vita è SCRITTA nei
social, se appena appena commetti un errore, tutto il web lo saprà
facendoti diventare lo scemo del villaggio (globale).
Soluzioni rapide ed indolore?
Se dovete scrivere un post e non siete
certi della corretta ortografia di una parola, NON usatela.
Non incartatevi con paroloni inglesi
di cui non sapete nemmeno la pronuncia, siate semplici, spontanei…
magari rinfrescatevi le idee sull’uso dell’H… (credo sia al
secondo posto tra gli errori più comuni in Italia).
Oppure scaricatevi un correttore di
lingua italiana da Play Store, dove inserire la vostra frase per
testarne la correttezza.
Il web ci uccide… ma a volte, in
extremis, ci può pure salvare!
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